Di Antonio Caruso
MANIBUS è un luogo, un tempo, un processo. È la Costa dei Trulli, la Puglia, è una settimana di eventi che ravviva il torpore autunnale, è il fluire delle persone negli spazi espositivi, le parole dei professionisti che condividono il sapere, il movimento delle mani che plasmano il confine tra opera e artefatto. Soprattutto, MANIBUS è un inter-regno straordinariamente produttivo in cui meccanismi fabrili dettano il tempo a moti artistici, sfumando i rapporti di forza tra il significante fenotipo universale e il prolifico genotipo locale. Il primo è ciò che porta con sé l’artista, ospite in terra ospitale, comunicatore del linguaggio universale dell’arte. Il secondo è il sapere nelle mani dell’artigiano, custode della conoscenza e della competenza della tradizione materiale pugliese.
Questi i primi abitanti di tale inter-regno, fondato sulla materia primordiale, dalla limpidezza della ceramica lavorata alle erosioni della pietra ruvida, dal calore del legno vivo all’infinita lentezza della carta prodotta a mano.
LEGNO / JORDI NN, L’ARTISTA
Artista dalla forte componente partecipativa, che lavora nel luogo, con il luogo e per il luogo, Jordi NN stabilisce significative connessioni con il falegname Luciano Frezza, dando vita a un’opera relazionale e ambientale di grandi dimensioni. Il 22 ottobre la sua macro installazione lignea andrà a scomparire per disgregarsi tra fiamme e scintille in Piazza Ciaia a Fasano.
Come artista che vive l’epoca dell’Antropocene, Jordi NN si immerge sempre più profondamente nella comprensione dell’essere umano e della sua relazione con il mondo e la natura. Quando gli si chiede del suo processo creativo dice: “Ogni pezzo che sto sviluppando oggi ha forti radici e connessioni con la natura (attraverso la mia scelta di materiali e tecniche), con la gente (attraverso le sue tradizioni così come la moderna società locale) e la mia esperienza personale che dà forma alle mie idee”.
LUCIANO FREZZA/
IMPRENDITORE DEL LEGNO
Quella costruita da Luciano Frezza è una squadra unita ed esperta, composta da maestranze sapienti che lavorano da decenni nel nome della sostenibilità e dell’attenzione. Maestro che plasma e cesella il legno da tutta la vita, il suo talentuoso e insostituibile tocco ha fatto nascere manufatti di pregio, oggetti iconici, piccole sculture come installazioni di grande formato che, dall’elaborazione dei tronchi, si fanno mimetica forma.
PIETRA/
KAREN MACHER NESTA, L’ARTISTA
Artista capace di estrapolare le infinite potenzialità della materia, Karen Macher Nesta si confronta con la pietra che le sue mani scolpiscono in un dialogo fitto e
serrato con lo scalpellino Giovanni Montanaro. Le sue opere costruiscono una grammatica complessa all’interno di un’esposizione corale di grande forza ed energia. Nel suo operato la poesia è sempre latente. Il suo lavoro intende mostrare la bellezza dei processi della natura, che molte volte durano solo per un breve periodo di tempo. Attraverso la sua arte vuole incoraggiare la gente a toccare, a sentire, ad aprire le porte dei sensi in ogni modo possibile. Nel suo lavoro il tempo è un fattore molto importante, come lo è in natura. Molte volte, le sue opere mutano di colore, densità e si ricoprono di muschio e piante. Lavorando con la natura accetta di non avere mai l’ultima parola sul lavoro. Impara da essa e lavora con essa.
GIOVANNI MONTANARO,
BELFIORE MARMI/
LO SCALPELLINO
Giovanni Montanaro (di Belfiore marmi) scolpisce sculture dai profili perfetti che gli valgono lo pseudonimo di Michelangelo. Per lui come per l’azienda Belfiore nella quale lavora, il marmo è attività di famiglia da quattro generazioni, che rende il maestro e la Belfiore un unicum prezioso tra sperimentazione e tradizione. Scalpello dopo scalpello, il motto di Giovanni è innovare avvalendosi sempre delle sue mani sapienti.
CERAMICA
GIANNI MORETTI, L’ARTISTA
Versatile nel rapporto tra materia e contesto, in ogni progetto Gianni Moretti stabilisce una relazione speciale, tra ascolto e scambio, con l’artigiano, l’azienda e le pratiche fabrili da condividere. Con MANIBUS si immerge nel contesto duttile della ceramica, sviluppando con Valentina De Carolis una serie di lavori in bilico tra dimensione concettuale e talento artigianale.
“Una volta mi è stato detto che mi sarei lasciato sbranare da un leone che si fosse trovato di fronte a me. Non l’avrei visto perché sedotto dal procione acquattato nella sua ombra.”
L’attenzione di Gianni Moretti è sempre rivolta verso i residui nascosti nell’ombra. Una sineddoche protettiva in grado di guidare l’artista all’esplorazione del tutto, dato per piccole parti, meno abbaglianti e dallo statuto incerto. La sua ricerca si è sempre concentrata su temi dell’ombra, dell’equilibrio e della memoria, attraverso installazioni effimere, carta velina, suono, pigmenti, interventi pubblici.
VALENTINA DE CAROLIS
LA CERAMISTA
Valentina è un’artigiana specializzata in lavorazioni di ceramica che spaziano tra tradizione e innovazione, antico e contemporaneo. La sua bottega coniuga la parte espositiva che accoglie manufatti e libri, con un piccolo laboratorio nel quale svolge la parte tecnica e produttiva. Disegna Valentina, e costruisce modelli in 3D, inserisce la materia in stampi dalle geometrie più disparate, contenitori sapienti dai quali escono pezzi unici realizzati a mano.
CARTA PRODOTTA A MANO
ELENA REDAELLI, L’ARTISTA
In virtù delle sue pratiche relazionali, della sua predisposizione a instaurare dialoghi con gli artigiani del luogo nel quale opera, Elena Redaelli è un’artista particolarmente efficace all’interno di MANIBUS. Coerentemente con la sua ricerca personale e le sue peculiarità produttive, la sua residenza si è sviluppata sull’incontro con la maestra cartaia Clotilde, con la quale crea sculture autoportanti tra leggerezza ed energica presenza.
Le opere di Elena Redaelli esplorano processi di generazione e trasformazione della materia, ai quali vengono applicati diversi livelli di controllo. Talvolta la materia prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti o l’ambiente stesso a farlo, in una trasformazione costante. L’opera si traduce in uno scambio dinamico e continuo sottendendo una riflessione costante sui concetti di autorialità e co-creazione. Nelle sue installazioni, spesso di scala monumentale, l’artista unisce tecniche di lavorazione lenta e artigianale a nuove tecnologie.
MARIANTONIETTA CLOTILDE
PALASCIANO, LA CARTAIA
La ricerca di Clotilde si nutre di amore per l’arte e tradizione artigianale, grazie all’impiego di tecniche antiche coniugate a una sapienza che spazia tra versatilità e conoscenza. Nel suo atelier creatività e pratica artigianale prendono vita ogni giorno. La materia plasmata dalle sue mani è fragile, sottile e quasi impalpabile, organismo carta che sfugge e si sgretola se non è noto a chi, come lei, sa ben dosare forza e leggerezza.
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